Storia d'Italia e d'Europa - vol. 48 - Il dispotismo illuminato austriaco
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Risolto il problema della successione con la 'Prammatica sanzione' (1713) l’ascesa al trono d'Austria della figlia di Carlo VI, Maria Teresa d’Asburgo (1717-1780), aprì una fase di riforme anche per l’Austria. L’intero apparato di governo fu rinnovato, furono unificate le cancellerie d’Austria e di Boemia e le rispettive corti di appello. Maria Teresa fondò inoltre collegi per l’educazione e la formazione del personale statale. Nonostante tutto l'eredità di Maria Teresa non fu riconosciuta da diversi stati tedeschi, che, spalleggiati dalla Francia e dalla Spagna, precipitarono l'Europa centrale in quella che fu nota come guerra di successione austriaca e Federico II di Prussia fu il più implacabile dei suoi nemici. Ma le riforme teresiane furono superate in quantità e qualità da quelle del figlio dell’imperatrice: Giuseppe II. Dal 1780 al 1790 regnò sul trono che era stato di Maria Teresa. Intervenne in materia religiosa, soppresse proprietà ecclesiastiche, trasformò le università in istituzioni statali. Lo stato si fece carico dell’istruzione di base, che fu resa obbligatoria e laicizzata. La pubblica amministrazione fu resa più professionale: le sue gerarchie furono organizzate in base al merito e aperte a nuovi ceti sociali. Anche la giustizia sociale fu investita dalla politica riformatrice di Giuseppe: fu approvato un nuovo codice penale e soprattutto l'abolizione della servitù della gleba. Questo volume è realizzato a cura di Maurizio Falghera, con riferimento alle opere degli storici Franz Herre, Edgarda Ferri, Cesare Bermani. La lettura è di Eugenio Farn.