Etica e comunicazione
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All’inizio degli anni ’90 l’Italia è attraversata dalla scossa che andrà sotto il nome di Tangentopoli. Un brutto nome per una brutta storia.
Che riguarderà da vicino la città di Milano e ugualmente da vicino il mondo della comunicazione. Campagne pubblicitarie e professionisti noti vengono messi sotto accusa, coinvolti da elementi emersi a carico di politici e ministri.
Nello stesso periodo – significativamente tra il 1991 e il 1992 – il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, attraverso lo strumento delle lettere pastorali e in altre occasioni di riflessione pubblica, affronta in modo meno congiunturale e più mirato al rapporto tra persone e valori le questioni della comunicazione e dei mass media.
Dedicherà due testi (Effatà nel 1991 e Il lembo del mantello nel 1992) a queste problematiche. A lui si rivolgono quindi i pubblicitari italiani raccolti nella Associazione Tecnici Pubblicitari per aprire nella sede di Assolombarda a Milano una conferenza dedicata al rapporto tra etica e comunicazione per segnalare spunti critici e autocritici alla realtà professionale e alla società. Martini accetta di aprire quei lavori, affiancato – nella scelta dell’ATP – da un rappresentante laico delle istituzioni che da alcuni anni svolgeva, come direttore generale dell’informazione a Palazzo Chigi, un riconosciuto lavoro di professionalizzazione e modernizzazione nel settore pubblico, Stefano Rolando, oggi professore universitario a Milano. I due testi, che si concludono entrambi con il richiamo all’etica della responsabilità (Max Weber), hanno avuto diffusione in libri ora esauriti e fuori catalogo e vengono riproposti come omaggio all’attenzione culturale e spirituale che Carlo Maria Martini - scomparso il 31 agosto 2012 e salutato nel Duomo di Milano da duecentomila cittadini – ha espresso per i temi della comunicazione e dei media.