Animati dall’orgoglio per il proprio paese, incalzati dal professor Kanterok e persino dai genitori (anch’essi darebbero loro dei vigliacchi se non lo facessero), Paul Bäumer e molti dei suoi compagni partono volontari per il fronte. Qui però la terra ribolle sotto l’esplodere delle bombarde, sprizzano fontane di fango e di ferro, volano schegge di granate e le pance dei cadaveri si gonfiano. Meyer, Marx, Hämmerling e Kemmerich sono morti, Haie Westhus sta morendo, Martens non ha più le gambe. Quando finalmente non si parla che di pace e armistizio, Paul Bäumer non vorrebbe sperare, ma dentro di sé ha bramosia di vita, l’ebrezza di essere salvo.