Sulle orme di Leone XIII, Benedetto XV, d’intelletto acuto e di grande equilibrio, fu un papa diplomatico. Fermo e tenace, a volte passionale, non conobbe impazienze né stanchezze, tanto che si disse che «la sua azione ebbe sempre la regolarità di un pendolo». Patrizio genovese di vecchia razza, compensò una sua certa impopolarità con l’austerità ieratica e l’alto senso di un ruolo oltreumano. Molti colsero la sua grandezza morale, il valore evangelico del suo “no” alla guerra e l’instancabilità della sua predicazione senza riserve della pace. Fu intransigente non solo nei riferimenti culturali e religiosi ma anche nel dare preminenza al messaggio cristiano di amore fra gli esseri umani e, questo, né vincitori né vinti glielo perdonarono.