Colloqui con il professor Y
Description of book
– Sì, però quei suoi tre puntini!... quei tre
puntini, eh?
– I miei tre puntini sono indispensabili!...
Qui Céline in un'intervista a sé stesso
(1955), nel suo stile forsennato, da ossesso
recriminante, parla del romanzo tradizionale,
cioè ne sparla, poi della razza insopportabile
degli scrittori, del cinema, degli editori, ma
soprattutto del suo personalissimo modo di
scrivere, che va via... alé!... come un metrò
emotivo, che acchiappa emozioni; questa
la sua trovata, la sua invenzione di stile;
e i tre puntini tipici sarebbero le traversine
su cui la rotaia del metrò si appoggia. Un
libricino che espone, con gli inconfondibili
scatti di nervi, i principi della sua poetica
e la novità che in letteratura ha portato,
da tanti in seguito imitata; anche se tutti
imitatori incapaci, lui dice.
L'intervistatore, che è sempre Céline, è un po'
tonto, fa fatica a capire, finché sbotta: porca
paletta! fulmini e saette! orpo d'un'ostia!
La traduzione di Gianni Celati e Lino
Gabellone tiene ammirevolmente vivo
questo modo di straparlare argotico, eccitato,
orale, debordante. Su cui Celati scrive in
postfazione una nota.