«Conserve» è il primo di quattro brevi saggi che si occupano di corpi. La rete che li attraversa e collega è un’idea di corpo come “spazio delle meraviglie”, campo misterioso e affascinante, matassa e garbuglio di mirabilia e curiosa, di familiare e Unheimlich, fonte inesauribile di miti, leggende e narrazioni intime; corpo come luogo di putrefazione e fermentazione, di generatività e corruzione, articolato al potere, al linguaggio e alla tecnica. Unico e universale, come il racconto di un corpo gettato nel tempo sincronico della storia del mondo.