Vivere in Palestina tra tablet, muri, Bibbia e Corano
Description of book
La Palestina è un luogo di tragedie: i check-point, il Muro di separazione, le difficoltà nel mettere insieme due pasti al giorno; la violenza; l’inferno dei campi profughi, i più antichi del mondo, in cui risiede due terzi della popolazione palestinese, ma anche la vita blindata nelle colonie ebraiche, dove sono concentrati i coloni. C’è, però, molto di più. Il crescente utilizzo delle più sofisticate tecnologie, soprattutto nel settore informatico, il ruolo dei grandi monoteismi, a partire da quello cristiano, il grande spirito d’iniziativa dei più giovani, e in particolare delle donne, ormai in maggioranza tra gli iscritti nelle università, godono di un’attenzione inedita in questo libro reportage, al pari della letteratura e della poesia palestinesi, centrate sui temi della nostalgia per l’amata terra perduta e dell’esilio (come fu per molti poeti arabi di Sicilia).
“Ho conosciuto Verga seduto a un caffè, in un giardino arabo verso la Porta di Damasco. Da lì stava partendo, anche lui, per questo viaggio nelle terre e nelle vite della Palestina. Aveva già letto i saggi, imparato i poeti, memorizzato le analisi, conservato le cronache. Gli mancavano le voci quotidiane, che poi ha trovato e che ci racconta in questo libro: voci necessarie a chi scrive d’un non-Stato invisibile e dai confini incerti, traforato di colonie, mutilato d’ulivi. D’un posto che ha memoria solo di tragedie (la Nakba) e che la vita se l’inventa in una quotidianità grigia, boicottata, gestita da una classe politica corrotta, subìta da un popolo rassegnato”. (Francesco Battistini)
“Quello di Verga è un diario palestinese in cui le storie di chi vive al di là del Muro sono raccontate in presa diretta”. (Fulvio Capurso)
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Italian