Vienna
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Il sorgere della formidabile potenza turca, sul finire del Medioevo, sconvolse ogni equilibrio nel bacino del Mediterraneo. Quando gli ottomani iniziarono a espandersi in Europa, singoli Stati e intere leghe non ebbero le forze necessarie se non ad arginarli temporaneamente. Nel 1682 i turchi avviarono una nuova campagna militare nell'area balcano-danubiana, fino ad arrivare a Vienna. Intanto gli Asburgo riuscirono finalmente a siglare un'alleanza militare con la Polonia, grazie all'intervento del papato. Il 14 luglio Vienna era assediata. A settembre, la popolazione era allo stremo: macerie e cadaveri erano disseminati per le strade e le infezioni dilagavano. Dopo aver respinto decine di assalti turchi, solo un terzo della guarnigione viennese originariamente composta da 11.500 uomini era rimasto in grado di combattere, con le munizioni quasi esaurite. Finalmente giunse l'esercito cristiano, guidato dal re polacco Jan Sobieski, che dalle colline intorno a Vienna piombò sull'accampamento ottomano. Nel pomeriggio, anche grazie all'intervento della cavalleria polacca, i turchi furono massacrati e i superstiti erano ormai in fuga. Nella sola battaglia morirono circa 2000 cristiani e 15.000 ottomani. Il comandante turco Kara Mustafa sopravvisse, ma durante la fuga fu giustiziato dai suoi. La battaglia fu il cosiddetto "principio della fine" del sultanato ottomano, che rinunciò all'invasione dell'Europa occidentale, e l'Austria iniziò a imporsi come nazione egemone sul suolo europeo.