Diario del seduttore
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Introduzione di Angelo G. Sabatini
Edizione integrale
Il Diario del seduttore, parte importante della più vasta opera Aut-aut, contiene la filosofia dell’estetico cui Kierkegaard dedicò il primo momento della sua riflessione. Nel rapporto intenso e tormentato del giovane Kierkegaard con la ricerca del piacere interviene ben presto il demone della coscienza e dell’interrogazione a trasferire la comprensione della seduzione sul piano intellettuale e ad aprire la strada verso l’esistenza religiosa. Il riscatto della sensualità è il primo gradino di un itinerario verso Dio. Una concezione antica, che trova però in Kierkegaard un’analisi fenomenologica e psicologica di sapore moderno.
«Ogni fanciulla è una maestra nata, e anche se non si potesse apprender altro da lei, si apprenderebbe pur sempre una cosa: il modo di ingannarla. Né altri che una fanciulla può insegnarcelo. A qualunque età io arriverò, non dimenticherò mai che solo allora un uomo può dire di non aver più ragione di vivere, quando è diventato tanto vecchio da non poter più nulla imparare da una giovinetta.»
Sören Aabye Kierkegaard
(Copenaghen 1813-1855) trascorse un’esistenza assai povera di eventi particolari: educato rigidamente dal padre, non si spostò quasi mai dalla sua città e visse di rendita dedicandosi interamente alla letteratura e alla riflessione filosofica. Fidanzatosi con Regina Olsen, ruppe dopo pochi mesi il legame, tormentato da un oscuro quanto angoscioso sentimento religioso. Tra le sue opere: Aut-aut (1843), pubblicato sotto pseudonimo, Il concetto dell’angoscia (1844) e i Diari, pubblicati postumi.