Eugenia Grandet
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«Oggi la mano di lei molce segrete afflizioni di ogni casa, ed ella s'avvia verso l'alto per una strada di beneficii. La grandezza dell'anima copre i difetti dell'educazione e delle prime abitudini in questa donna che vive nel mondo e ad esso non appartiene, che era nata per divenire sposa e madre esemplare e non ha marito, né figlioli, né famiglia. Di recente si parlò di una nuova proposta di matrimonio da parte del marchese Froidfond, la cui parentela cominciava a circuire la ricca vedova come un giorno avevano fatto i Cruchot. Si diceva che Nanon e Cornoiller parteggiassero per il marchese, ma è falso addirittura, poiché né l'una né l'altro hanno tanto spirito da comprendere la corruzione del mondo. Parigi, settembre 1833.» - Honoré de Balzac, Eugénie Grandet, 1833
Malgrado il titolo, il protagonista è la fortuna del padre di Eugénie. Questi «ha saputo» che Napoleone Bonaparte avrebbe firmato il Concordato e che tutti potevano appropriarsi senza rischi di ciò che apparteneva alle comunità religiose, ma anticipando anche il ritorno dei nobili unitisi a Napoleone o fedeli ai Borboni (Luigi XVIII), si dà da fare per adattarvisi.
Il personaggio del padre di Eugénie si contende con il più famoso avaro di Molière il titolo di più avaro. Riesce a cavare soldi da qualsiasi situazione e non è capace di fare alcuna spesa senza prima averle provate tutte per non farla. Per il compleanno della figlia non accendono candele e stanno alla luce del fuoco in cucina. Per festeggiare bevono un bicchierino di cassis.