Il giornalino di Gian Burrasca
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Introduzione di Lina Wertmüller
Edizione integrale
Un soprannome diventato ormai proverbiale, sinonimo di piccola peste: Gian Burrasca. Così in famiglia è chiamato il piccolo Giannino Stoppani. Lui, nove anni e una vivacità incontenibile, si diverte a creare scompiglio, a combinare un guaio dopo l’altro, a mettere a soqquadro il collegio Pierpaoli, e riporta nel suo diario ogni marachella e ogni castigo. Ingenuo, spensierato e fin troppo sincero, Gian ha una naturale predisposizione a sovvertire, a contestare l’autorità degli adulti, a irriderne le regole noiose. Pubblicato a puntate su «Il giornalino della domenica» tra il febbraio 1907 e il maggio 1908, Il giornalino di Gian Burrasca uscì poi in volume nel 1912. È ormai passata alla storia l’interpretazione di Giannino che fece Rita Pavone per uno sceneggiato RAI del 1964, diretto da Lina Wertmüller.
«Anche nelle storie delle nazioni ci sono i popoli che ogni tanto si stancano d’aver sempre minestra di riso, e allora avvengono le congiure, i complotti, e saltan fuori i Michelozzi e gli Stoppani che affrontano i pericoli finché per la loro abnegazione, non si passa alla pappa al pomodoro...»
Vamba
Vamba, all’anagrafe Luigi Bertelli, nacque a Firenze nel 1858. Scelse lo pseudonimo dal nome di uno dei protagonisti dell’Ivanhoe di Walter Scott. Redattore per le riviste «Il Capitan Fracassa» e «Don Chisciotte», scrisse testi in prosa ed in poesia per l’infanzia. Nel 1906 fondò «Il giornalino della domenica», dalle cui colonne propagandò i suoi ideali liberali, patriottici e irredentistici. Morì nel 1920. Tra i suoi scritti per bambini, oltre al celebre Giornalino di Gian Burrasca, va ricordato almeno Ciondolino (1895).