Il mio cadavere
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Letteratura - romanzo (281 pagine) - Gli amanti del genere gotico lo avranno già letto, ma se è rimasto ancora qualche sprovveduto che si porta appresso tale imperdonabile lacuna, corra subito a procurarsi questa pietra miliare del genere. Tutti gli altri facciano altrettanto, se non vogliono perdersi una vera chicca letteraria di metà Ottocento.
Il tema della morte apparente, che affonda le radici nell’antichità classica e si riverbera nella poesia sepolcrale settecentesca, prorompe in questo romanzo denso di avvenimenti e colpi di scena. Da Napoli alla Germania un inquietante senso di morte aleggia sui personaggi, che sembrano dimenarsi all’interno di provette attentamente osservate da Mastriani. Le varie vicende, raccontate con autentico pathos, hanno il potere di indurre il lettore a porsi domande che sarebbe riduttivo definire come esistenziali, perché si legano non soltanto alla sfera dell’esistenza, ma anche a quella fertile e inquietante zona di interscambio tra la vita e la morte simboleggiata dal corpo imbalsamato del baronetto Edmondo Brighton, vero monumento alla paura di morire o di vivere a seconda dei punti di vista.
Francesco Mastriani (Napoli, 1819 – 1891) fu romanziere di grande successo, giornalista e uomo di teatro. Dopo gli studi, accettò prima un impiego in una società industriale e poi alla dogana, senza abbandonare mai la scrittura narrativa e l’attività giornalistica intrapresa fin dalla giovinezza. Per arrotondare il misero salario dava lezioni private e si improvvisava guida turistica della città partenopea (conosceva diverse lingue straniere). Nemmeno le vendite dei suoi fortunati libri riuscirono mai a regalargli una vita davvero comoda, ossessionato com’era dal mantenimento della sua numerosa famiglia. Pubblicò oltre cento romanzi (arrivando in certi periodi al picco di cinque romanzi all’anno). Ne ricordiamo alcuni: La cieca di Sorrento (1852); Il conte di Castelmoresco (1853); Il mio cadavere (a puntate nel 1851 e in volume l’anno successivo); Matteo l'idiota (1856); La poltrona del diavolo (1859); Quattro figlie da maritare (1861). A questi vanno aggiunti gli interessanti romanzi-inchiesta scritti dopo l’Unità d’Italia, in cui l’attenzione è diretta verso lo strato sociale del sottoproletariato urbano: I vermi. Studi storici su le classi pericolose in Napoli (1863-64); I figli del lusso (1866); Le ombre: lavoro e miseria (1867-68) e I misteri di Napoli: studi storico-sociali (1869-70).