La Rivoluzione industriale rappresentò l’inizio di una profonda trasformazione incruenta dell’Europa e della posizione dell’individuo nello scenario socio-politico-economico. Ribaltò la gerarchia dei valori tradizionali, mettendo al primo posto il lavoro, la produzione, i capitali, la finanza; valori che si avviarono a diventare determinanti per il potere o la debolezza di una nazione, più delle guerre, come era avvenuto fino a quel momento. Nello stesso tempo pose le questioni, destinate a divenire sempre più cruciali, relative alla forza lavoro e al suo sfruttamento indiscriminato, alle condizioni di salute nelle fabbriche e nelle città; questioni che avrebbero caratterizzato i movimenti operai dell’Ottocento, la nascita del socialismo e poi del comunismo. Si trattò davvero di una rivoluzione lunga e silenziosa, che avrebbe cambiato il volto dell’Occidente.