La diocesi di Caltagirone nella riforma del Concilio Vaticano II
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Il Concilio Vaticano II, i suoi riflessi sulla comunità della diocesi di Caltagirone, il magistero episcopale dei vescovi che hanno preparato, vissuto e declinato le innovazioni pastorali conciliari, sono l’oggetto di indagine del volume curato da Raffaele Panebianco, alla sua seconda pubblicazione. Il volume tratteggia efficacemente le vicende che decretarono l’erezione della diocesi calatina e le vicissitudini che hanno caratterizzato un territorio storicamente ben definito, posto nel cuore della Sicilia Sud Orientale, sulle colline che guardano alla nera sciara dell’Etna e si affacciano nell’azzurro del Mediterraneo. Il saggio muove dall’avvio dell’episcopato di mons. Pietro Capizzi, vescovo di Caltagirone tra il 1937 e il 1960, attraversa l’azione pastorale di mons. Francesco Fasola (1961-1963) e giunge fino a mons. Carmelo Canzonieri che resse la chiesa di Caltagirone tra il 1963 e il 1983; tre vescovi per un periodo di oltre quarantacinque anni, un tempo assai lungo se consideriamo i radicali mutamenti che hanno caratterizzato il mondo e la Chiesa universale e segnato intimamente la vita anche delle più piccole comunità. La ricerca condotta da Raffaele Panebianco è ricca di spunti, rigorosa, ben organizzata e dotata dal punto di vista archivistico e bibliografico. Egli passa in rassegna i documenti attraverso i quali risuona la viva voce dei protagonisti che partecipano al processo di ricostruzione e di ricompattamento di una comunità che desidera affacciarsi in modo critico e spiritualmente più attrezzato ad un mondo che sta velocemente abbandonando gli arcaismi del passato. Soprattutto, l’autore offre l’opportunità di attraversare e vivere in prima persona lo spirito di «una giovane Chiesa che persegue col passare degli anni sempre lo stesso obiettivo di annunciare il Vangelo, ma con metodi diversificati». Francesco Failla