La società dello spettacolo
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“La società dello spettacolo” è considerato da molti come un libro cult, un testo profetico che, appena agli albori dell’era televisiva, è riuscito a cogliere la pervasività dei mass media e a predire quel dominio delle immagini mediatiche sulla realtà che solo oggi risulta così evidente in ogni aspetto della nostra vita, sempre più tendente alle virtù dell’apparire che dell’essere. Ciò, pur essendo vero, non è che l’aspetto più palese, superficiale e recente di ciò che Debord chiama “spettacolo” e che si presenta piuttosto come il compimento assoluto di un atavico percorso sociale verso l’alienazione.
“La società dello spettacolo” è un testo estremamente coinvolgente, anche per via dello stile passionale e quasi aforistico che caratterizza le 221 tesi in cui si articola, ma tuttavia molto complesso vista la mole di argomenti declinati. Media, religione, Stato e merce non sono che alcuni tra i tanti temi affrontati dall’opera, tra i quali spiccano anche l’analisi storica che Debord riserva alla lotta di classe, al socialismo reale, alla cultura, alla temporalità dello spettacolo e al modo in cui esso organizza gli spazi. La vastità e la profondità dell’opera di Debord è tale da non risultare semplicemente un’originale rielaborazione della critica marxista a cui si ispira, ma anche nell’aver inaugurato una riflessione che darà nuova linfa alla sociologia visuale e a quella dei consumi, dei media, della vita quotidiana e della comunicazione, ispirando l’opera di numerosissimi e successivi autori.
“La società dello spettacolo” è considerato da molti come un libro cult, un testo profetico che, appena agli albori dell’era televisiva, è riuscito a cogliere la pervasività dei mass media e a predire quel dominio delle immagini mediatiche sulla realtà che solo oggi risulta così evidente in ogni aspetto della nostra vita, sempre più tendente alle virtù dell’apparire che dell’essere. Ciò, pur essendo vero, non è che l’aspetto più palese, superficiale e recente di ciò che Debord chiama “spettacolo” e che si presenta piuttosto come il compimento assoluto di un atavico percorso sociale verso l’alienazione.
“La società dello spettacolo” è un testo estremamente coinvolgente, anche per via dello stile passionale e quasi aforistico che caratterizza le 221 tesi in cui si articola, ma tuttavia molto complesso vista la mole di argomenti declinati. Media, religione, Stato e merce non sono che alcuni tra i tanti temi affrontati dall’opera, tra i quali spiccano anche l’analisi storica che Debord riserva alla lotta di classe, al socialismo reale, alla cultura, alla temporalità dello spettacolo e al modo in cui esso organizza gli spazi. La vastità e la profondità dell’opera di Debord è tale da non risultare semplicemente un’originale rielaborazione della critica marxista a cui si ispira, ma anche nell’aver inaugurato una riflessione che darà nuova linfa alla sociologia visuale e a quella dei consumi, dei media, della vita quotidiana e della comunicazione, ispirando l’opera di numerosissimi e successivi autori.