La versione del professore. Quale filo unisce la sparizione di Gilberto Ferrony, professore in pensione di letteratura slava, già addetto culturale presso un’ambasciata italiana in un Paese dell’Est, traduttore, curatore di una biblioteca privata, che vive in una casa in mezzo a migliaia di libri, e l’avvelenamento di un opinionista televisivo, di un simpatizzante No Vax e di una influencer marketing?
Nelle prime settimane dell’invasione dell’Ucraina, una doppia indagine vede coinvolti Serena Valente, luogotenente del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, e l’ispettore capo Domenico Pescatore della Questura di Torino.
«Perché il professor Ferrony le aveva telefonato prima di scomparire? Aveva previsto o temuto di essere in pericolo e aveva voluto metterla sulle sue stesse tracce? Oppure era possibile che avesse studiato il suo piano in tutti i dettagli, accertandosi che, una volta scomparso chissà dove, o a causa di qualche malintenzionato, lei si sarebbe messa a indagare sulle sue attività e l’avrebbe aiutato?
Serena si spinse a pensare che non poteva essere un caso, una dimenticanza, il fatto che i suoi occhi esperti avessero potuto ritrovare così facilmente le due bibliografie. Sembrava che le fossero state offerte su un piatto d’argento. Così come il riferimento a Desiderius. A quel punto, la deduzione era una sola: lo studioso di letteratura slava voleva essere sicuro che lei si accorgesse dei libri mancanti. Ma fin dove voleva condurla?»
Un noir dal ritmo serrato e ricco di colpi di scena, tra manoscritti, incunaboli, libri preziosi, sulle tracce di un illustre filosofo del Cinquecento e in compagnia di una variopinta galleria di personaggi. Ancora Torino, ancora uno stile inconfondibile, insieme leggero e penetrante. Michele Paolino è sempre più bravo. Un nuovo maestro del nostro noir.