Il libro ha due caratteristiche di cui i greci poterono sperimentare subito la grande utilità e che rimarranno identiche nel corso dei secoli: è conchiuso, finito e dunque riproducibile senza essenziali alterazioni; può essere lungo, più lungo di quanto la memoria individuale sia capace di ricordare. Un solo libro può creare un mondo parallelo, enormemente più ampio di quello sperimentabile dall’individuo singolo. E l’insieme dei libri, dunque, può diventare l’enciclopedia della comunità, una seconda memoria che si intreccia e si avvita (come le spire del serpente nel mito di Cadmo) alla memoria personale. Il libro, dunque, non è mai solo. Il libro è sempre plurale, è sempre anche i libri, rimanda a un sistema su cui si fonda la memoria. Da Libro di Elisabetta Sgarbi