Limes - Dopo Parigi, che guerra fa
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Il primo numero di Limes del 2015 si intitola "Dopo Parigi, che guerra fa" ed è dedicato ai conflitti aperti e striscianti che investono mondo arabo, spazio ex sovietico e Nord Africa e alle connesse partite globali: dalla “guerra del barile” a prezzi stracciati, alla sfida terroristica ora imperniata sul teatro siriano.La prima parte, "Dopo Charlie: il jihad in casa e fuori", analizza cause e conseguenze strategiche dei tragici fatti di Parigi. Si segnalano qui, tra gli altri, gli articoli di Lorenzo Trombetta (“Lo Stato Islamico si racconta”), Frédéric Pichon (“Laicité cattolica e jihadisti secolari: la maionese francese è impazzita”), Lorenzo Vidino (“Piccoli martiri nostrani crescono”) e Mattia Toaldo (“Perché la Libia è un caso disperato”).La seconda parte, "A che guerra giochiamo?", illustra la posizione del frammentato campo occidentale nel nuovo scontro che oppone gli Usa alla Russia. Segnaliamo qui i contributi di Fabio Mini (“Le guerre non scoppiano più”), Federico Petroni (“Compensa e domina: il Pentagono e la terza offset strategy”) e Angelantonio Rosato (“Nato dell'Est contro Vecchia Europa”).La terza parte, "Russia contro Occidente, jihad contro Russia", illustra invece il difficile orizzonte strategico in cui si muove attualmente Mosca. In questa sede si evidenziano i saggi di Virgilio Ilari (“Ricomincio da tre”), Mauro De Bonis (“Ex Oriente Lux? La strategia di Putin per salvare la Russia”), Sergio Cantone (“La 'Nuova Russia' non decolla”) e Sergej Markedonov (“L'ombra dello Stato Islamico sul Caucaso del Nord”).Chiudono il numero le carte storiche selezionate e commentate da Edoardo Boria.Limes, rivista italiana di geopolitica, diretta da Lucio Caracciolo, è stata fondata nel 1993 e si è ormai affermata come uno dei più influenti e autorevoli luoghi di riflessione geopolitica in Europa.A differenza di altre riviste di geopolitica, Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista.Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili.L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.