Limes - L'impero è Londra
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Questo numero di Limes è incentrato sul Regno Unito dopo la vittoria del No al referendum scozzese per l'indipendenza.L'ampia prima parte, "La City e la questione inglese", analizza le ripercussioni del voto sull'assetto amministrativo e territoriale britannico, dando risalto ai fermenti indipendentisti regionali e al ruolo di Londra come perno economico e finanziario del Regno. Si segnalano qui, tra gli altri, gli articoli di Brunello Rosa (“La City sconta la fine dell'Europa”), Arianna Giovannini (“Yorkshire first! Londra scopre la questione inglese”), Joanie Willett (“La Cornovaglia non si rassegna al ruolo di eterna periferia”) e Craig McAngus (“Galles che abbaia non morde”).La seconda parte, "Dopo il referendum: che fare con Usa e Ue?", esamina l'impatto dei regionalismi britannici sui rapporti con lo storico alleato statunitense e con l'Unione Europea, anche in vista dell'incognita “Brexit”. Segnaliamo qui i contributi di John Hulsman (“Il no scozzese non risolve niente”), Dario Fabbri (“Più il Regno Unito vuole somigliare agli Stati Uniti, meno conta per Washington”) e Giuseppe Sacco (“Se vince il Brexit l'Europa ci guadagna”).La terza e ultima parte, "La lezione scozzese", ripercorre la campagna referendaria evidenziandone luci e ombre. In questa sede si evidenziano i saggi di David Torrance (“Il Regno Unito può essere salvato una volta soltanto”), Arno Van Der Zweft(“Malgrado il No, l'indipendenza è più vicina”) e Germano Dottori (“Il mesto tramonto del fair play”).In appendice, un'anticipazione da "Camerata Neandertal", il nuovo libro di Antonio Pennacchi.Chiudono il numero le carte storiche selezionate e commentate da Edoardo Boria. Limes, rivista italiana di geopolitica, diretta da Lucio Caracciolo, è stata fondata nel 1993 e si è ormai affermata come uno dei più influenti e autorevoli luoghi di riflessione geopolitica in Europa.A differenza di altre riviste di geopolitica, Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista.Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili.L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.