Piccoli gorghi
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Letteratura - racconti (97 pagine) - Nella Sicilia rurale del primo Novecento sfrigolano pulsioni smisurate che la penna di Maria Messina gestisce con appassionato distacco (l’ossimoro è intenzionale), nonostante si trovi all’inizio della propria ‘carriera’. E l’immaturità dello stile dona un sapore sconosciuto a queste prose.
Tredici racconti, in barba alla superstizione numerologica, sinceri e incisivi, scritti da un’autrice interessante. Da approfondire, ecco! Piccoli gorghi (1911) è uno dei primi esiti letterari del suo percorso, ma racchiude in sé aspetti cruciali del dna narrativo delle pubblicazioni più mature: un’introspezione psicologica mai scontata e una rappresentazione della realtà priva di velature edulcoranti. Maria ci dice: il mondo fa schifo? Bene, fotografiamolo così… E non si permette di aggiungere altro. Solo la vita ha il permesso di essere immortalata nelle pagine. Questa raccolta è un bel modo per entrare nell’originale cantuccio di Maria Messina e il rammarico si fa ingombrante pensando alle molte sue carte andate perdute a causa di un bombardamento nel 1944. La guerra non uccide solo le persone, ma anche le loro parole.
Maria Messina (Palermo, 1887 – Pistoia, 1944), prolifica e apprezzata scrittrice, diede alle stampe raccolte di racconti, romanzi e testi per bambini. Tra il 1909 e il 1921 intrattenne un proficuo rapporto epistolare con Verga. Condusse una vita molto ritirata, anche a causa dei suoi gravi problemi di salute (le fu diagnosticata la sclerosi multipla). Pressoché dimenticata dopo la sua morte, fu riscoperta da Sciascia che si adoperò per valorizzare la sua figura intellettuale. Tra le sue opere ricordiamo: Le briciole del destino (1918); Alla deriva (1920); Il guinzaglio (1921); La casa nel vicolo (1921); Un fiore che non fiorì (1923); Le pause della vita (1926) Il pigiama del moralista (1927).