Racconti inverisimili
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Letteratura - racconti (150 pagine) - Una cascata di racconti che parlano di una Napoli (e dintorni) lontana anni luce dal sole, dal mare e dalla pizza… solo ombre e misteri. Per i vicoli e soprattutto nelle case più borghesi.
Il suono rugginoso di lugubri organi, altro che mandolino a festa. Verdinois entra in un territorio ricco di arcani contrasti in cui superstizioni millenarie e spiritismo d’avanguardia danzano a braccetto. L’ombra dell’esoterismo raggiunge ogni angolo della pagina, alla quale non resta che arrendersi all’inevitabile tirannia dell’irrazionale. L’aggettivo del titolo, ‘inverisimili’, non è altro che una strizzata d’occhio, perché certi racconti sembrano, invece, tanto autentici che, forse, il pubblico preferirà dormire con una lucina accesa dopo averli letti… è il bello delle storie di paura, capaci di farci immaginare spazi di sconfinata fantasia in cui calare l’uggiosa quotidianità. E a rendere veri i fantasmi contribuisce in larga misura anche lo stile brillante e ‘giornalistico’ (nel senso migliore dell’aggettivo) usato per immortalare l’occulto.
Federigo Verdinois (Caserta, 1844 – Napoli, 1927) fu una vivace ed eclettica personalità, spaziando dall’insegnamento universitario (letteratura inglese e russa presso Real Collegio Asiatico di Napoli, antesignano dell’Orientale odierna) al giornalismo (firmandosi con l’irriverente pseudonimo «Picche» e scrivendo per importanti periodici come il Fanfulla di Roma, il Corriere del Mattino di Napoli, in cui curava la prestigiosa pagina letteraria, e l’Illustrazione italiana di Milano; diresse per qualche tempo il Giornale di Napoli), dall’interesse per il teatro (anche dialettale), come critico e come autore, alla scrittura di novelle (ricordiamo, solo per fare due esempi, Profili letterari napoletani, 1881 e Nuove novelle, 1882), dagli studi pseudoscientifici alla traduzione da diverse lingue di classici della letteratura mondiale.