Un libro dedicato alla memoria di suo padre, prigioniero a Dachau, sopravvissuto agli orrori, ma che una volta tornato, ha passato la vita nel ricordo di quei crimini che gli uomini non possono né punire né perdonare. Finire in un lager non da eroe ma per una "ragazzata", per un gesto d'amore, questo è accaduto al giovane abruzzese di leva, che sfidando la sorte per rivedere la sua fidanzata Velia, al rientro in caserma, viene invece arrestato per "diserzione" e messo in prigione.
Il racconto passa tra episodi di orrore accaduti nel lager, a momenti di vita nella piana del Fucino: il ritorno a casa, il ritrovare una famiglia disperata per la recente scomparsa anche di un altro figlio, la fatica di accettare che la sua Velia è scappata con un altro e non ha atteso il suo ritorno…
Ma pian piano il paese si riavvia alla rinascita con la gestione della terra e recupera se stesso e riprende in braccio la fisarmonica ricominciando a suonare quei brani un tempo fonte di gioia e allegria. Scritto in modo scorrevole, è un libro dolcissimo nella grande tristezza del suo contenuto.