Nel 1929, il manoscritto fu presentato anonimo, e, letto dall’editore tutto d’un fiato, ne fu rintracciato l’autore, che sorprendentmente, si rivelò essere una giovane donna, elegante, figlia dell’alta borghesia russa rifugiatasi a Parigi dopo la rivoluzione. David Golder fu elogiato all’unanimità dalla critica, sia per il tema difficile che per la prosa pura e elegante. Golder è l’archetipo dell’ebreo povero che fa fortuna, e, dopo aver accumulato denaro e simboli di benessere sociale si trova, alla fine della vita “'soli come cani, così come si è vissuti'". Traduzione di Maria Letizia Pica Alfieri. Cornice musicale di Dmitri Shostakovic.