Dopo alcune commedie giovanili, ottenne un pieno successo con I mariti (1867), in cui, con una tecnica per allora insolita, non d'intreccio né propriamente di caratteri, ma per quadri d'insieme, esaltò come ideale nuovo le buone virtù borghesi: la critica fu entusiasta dell'opera, che giocò un ruolo di primo piano nell'aprire la strada alla cosiddetta commedia borghese. La commedia di Torelli non voleva approfondire drammi esistenziali o ritratti psicologici, ma si distingueva per la scorrevolezza e piacevolezza del testo, e per essere una vera e propria opera di “intrattenimento”.
Da questo testo fu tratto un film di successo interpretato da importanti attori dell’epoca, quali Amedeo Nazzari e Chiara Calamai.