«Il re Wēi (魏) di Chǔ (楚) avendo sentito di lui, inviò dei messaggeri con doni invitandolo a Chǔ affinché ricoprisse l'incarico di Primo ministro. Zhuāngzǐ rise e rispose loro: "... Andatevene non mi corrompete... Preferisco la gioia della mia libera volontà"»
(Shǐjì (史記, Documenti storici), LXIII)
La prima versione italiana dell’opera dell’antico fondatore del taoismo.
Zhuāngzǐ (莊子T, 庄子S, ZhuāngzǐP, Chuang-tzuW; in lingua giapponese Sōshi; in lingua coreana 장자, in McCune-Reischauer: Changja, nella R.R.: Jangja; in lingua vietnamita Trang tử; 369 a.C. circa – 286 a.C. circa) è stato un filosofo e mistico cinese. Successivamente considerato tra i fondatori del Daoismo, per metonimia si indica con il suo nome anche il testo filosofico a lui attribuito.