"I Fratelli Karamazov" è ritenuto il vertice della produzione letteraria di Fëdor Dostoevskij.
Dopo molti anni quattro fratelli, Dmitrij l'appassionato, Ivan l'intellettuale, il mistico Aljosa e il misantropo Smerdjakov, si ritrovano insieme nella casa del padre che, tutti, senza eccezioni, anche se con modi e sfumature diverse, odiano. I fratelli vengono da esperienze diverse, uno è un seminarista, uno un libertino, un altro un russo colto che ha viaggiato in Europa, l’ultimo è un bastardo, che lavora in casa. L’incontro col padre non è semplice: l’uomo è rimasto odioso, cattivo, intrattabile. Le vicende del romanzo sono svariate, a tratti comiche, a tratti tragiche, lo sfondo è il mondo contadino della Provincia russa d’epoca zarista, il romanzo sembra delinearsi come un romanzo di tensione, di attese, e a un certo punto il padre muore assassinato. I sospetti cadono su Dmitrij, fino a che l'assassino confessa il delitto e poi si impicca.
I Fratelli Karamazov parla delle passioni, degli amori, dei sentimenti, delle recondite e nascoste fobie che infiammano l’animo umano; è grandioso il lavoro psicologico, addirittura così acuto e raffinato da essere ricordato da Freud come il più illustre antecedente della psicoanalisi.