Poco noto al pubblico italiano, se non per qualche romanzo storico, il binomio letterario Erckmann-Chatrian ha prodotto numerosi racconti di genere fantastico, che mescolano il sonno e la veglia, l’umano e la bestia, l’istinto e la ragione, la luce e l’ombra. Protagonisti sono fantasmi, sonnambuli, telepatici, visionari dediti al consumo di oppio e vino. A fare da sfondo a queste novelle velate da una sottile ironia, ammirate dallo stesso Lovecraft è il fascino di un mondo semplice e ingenuo, quello dell’Alsazia e della Lorena, terra d’origine dei due autori.
La raccolta può essere considerata come un mosaico letterario composto da dodici racconti, dodici piccoli frammenti che costituiscono un universo a sé tutto da scoprire, fatto di enigmi, false piste, suspense, dissimulazione, mistero; uno scrigno prezioso di storie che spiazzano il lettore trascinandolo in un mondo irreale, in un vortice che mescola il fiabesco, l’apologo, il fantastico, il gotico, il poliziesco, la cronaca, l’estetica della crudeltà e della violenza fisica.