La Bibbia cristiana comprende l'Antico Testamento ed il Nuovo Testamento, specifico cristiano, cioè la parte relativa a Gesù e alla nascente Chiesa apostolica. Le chiese protestanti, seppure con differenze a seconda dei periodi, escludono dall'Antico Testamento gli stessi libri esclusi dal Canone ebraico. La Chiesa cattolica e quelle ortodosse seguono invece il Canone alessandrino (con alcune differenze), che comprende libri in origine scritti sia in ebraico che in greco. I libri che non appartengono al canone della Bibbia ebraica sono detti deutero-canonici dai cattolici mentre sono considerati apocrifi dai protestanti, i quali il più delle volte li inserivano come appendice a parte fra i due testamenti. Anche per il Nuovo Testamento, scritto in greco (anche se forse l'evangelista Matteo compose il suo libro in ebraico o aramaico), in età antica vi erano state differenze fra le varie chiese sul numero dei libri da recepire come ispirati. In particolare erano sorti dubbi sulle epistole non attribuite a Paolo di Tarso e sull'Apocalisse. I libri controversi del Nuovo Testamento furono detti nell'antichità antilegomena.