Il dialogo contiene l'elogio dell'amicizia, adottando l'ideale ellenico della filantropia, che però viene calato nel contesto della realtà romana, tanto da diventare “legame interessato”, fra persone aventi gli stessi ideali politici. Rievocando la figura dell'amico Scipione Emiliano da poco scomparso (che viene celebrato nella parte iniziale e al quale vengono fatti molti riferimenti nel testo), Gaio Lelio intrattiene i propri interlocutori (i suoi due generi Gaio Fannio Strabone e Quinto Mucio Scevola) tracciando un profilo del valore e della natura dell'amicizia e disprezzando forme di amicizia non dettate dalla natura, motivo per il quale più volte verranno attaccati, in maniera più o meno diretta, gli epicurei.