Euripide è morto da poco. Dioniso, dio del teatro, decide di recarsi nel'Ade per riportarlo in vita: ormai, senza di lui e senza Sofocle, la tragedia greca sembra languire irrimediabilmente. Disceso negli inferi, attraversa l'Acheronte e ascolta il poco gradito canto delle rane in suo onore. Quando finalmente trova l'anima di Euripide, la trova impegnata in una disputa con Eschilo su chi sia il miglior tragediografo di sempre. Comincia così fra i due una battaglia all'ultimo verso per guadagnarsi il diritto di tornare fra i vivi. I due autori si canzonano l'un l'altro, mettendo in luce i propri meriti e i difetti dell'avversario. È una sorta di critica letteraria in chiave comica, dove molte delle caratteristiche principali dei due autori sono analizzate con attenzione. Con lo scorrere delle battute, la situazione assumerà contorni via via sempre più paradossali, fino allo scioglimento della vicenda, che avrà anche sfumature metaforiche riguardo al futuro di Atene.