Le Sirene sono fra le più affascinanti ed enigmatiche figure dell’immaginario collettivo. La loro presenza in uno dei più celebri episodi dell’Odissea le colloca nel cuore del sistema mitico del mondo antico. La loro ibrida natura (di donne-uccello prima e di donne-pesce poi) le rende temute e rispettate creature che marcano il passaggio fra il mondo culturale e il mondo altro. Dotate di conoscenza speciale, ma anche mostri micidiali che annientano e divorano chi cede al loro canto, divengono nel cristianesimo una rappresentazione del richiamo sessuale che può condurre alla perdizione. La loro immagine, segnata da una latente misoginia, diventa nel Romanticismo un’espressione della femme fatale che mina gli equilibri sociali. Nel Novecento viene invece rielaborata, in chiave per lo più giocosa, dal cinema e dall’industria dell’intrattenimento per poi insinuarsi nei meandri della società postmoderna, della cui liquidità diventa un simbolo.