Il protagonista di questa storia è un uomo che si racconta in prima persona. Ha incontrato due volte don Marella e sono state entrambe esperienze decisive per la sua vita. Il primo incontro avviene nel 1927 e dura tre anni. Olinto Marella è il suo professore di Filosofia al liceo Galvani di Bologna. Nessuno fra gli allievi sa che fino a sedici anni prima il docente era un prete e che il suo sacerdozio è stato interrotto bruscamente da una sospensione a divinis. È un professore “strano”, veste una marsina monacale, si avverte in lui un “maestro di vita”: è uno che ti induce a guardarti dentro. Poi il suo passato viene a galla, la sua colpa è stata quella di essere un prete “scomodo”; viene riabilitato e, in seguito, diventa a tutti gli effetti padre Marella, l’eroe di una straordinaria dedizione di sé per il riscatto degli ultimi. Il secondo incontro avviene trent’anni dopo, nel 1958. L’ex studente si è laureato, è stato in guerra, ha fatto un po’ di Resistenza, ha creduto in una società nuova e in un percorso laico diverso da quello di ispirazione religiosa. Rivede il suo ex professore all’uscita dal cinema, una notte di neve, questuante per le sue opere sociali. Sono due vite che si incrociano, e il protagonista si trova a fare un bilancio impietoso della propria.