Mi chiamava Nanà
Description of the book
Anni Settanta del XX secolo. Una giovane donna riprende coscienza in una clinica psichiatrica milanese. Ignora il suo nome, non ricorda nulla del suo passato, nessuno la viene a cercare. Intanto, è affidata alle cure di una materna infermiera, Marina, ed è in balia delle attenzioni lubriche di un altro infermiere, Armando. Da Marina, la giovane viene a sapere di essere stata accompagnata in clinica da un uomo – probabilmente suo marito – e che, a sentire dall’accento, lei è una ragazza del Sud. Nell’oscura prigione del suo subconscio, la giovane donna ha collocato un amore assoluto e tenace per un uomo che è la sua ragione di vita, ma anche la ragione della sua sofferenza e della sua tragica pazzia, tra luci, ombre, attese. Un uomo che la chiamava Nanà.