Questo libro, pur raccontando una morte, parla della vita. E ci dice che è sempre meglio dare che non dare, anche quando si sbaglia. Perché in una famiglia l'unica cosa che fa davvero male è l'assenza, è il non dare, mentre il caos e il calore delle esperienze condivise rafforzano le nostre radici e la nostra identità. Daria Bignardi parte dalla scomparsa della madre Giannarosa per scavare nella memoria, dove nulla va perduto e si rivelano legami inattesi. Tutto – persone e luoghi – ha lasciato qualcosa. Tutto è storia individuale, di una famiglia, di un'epoca: tutto ha lasciato un segno e ci ha reso ciò che siamo. Ma ogni cosa gira intorno al rapporto complicato tra madre e figlia, fatto di trasporto e identificazione come del bisogno di separarsi, di quella necessità di scrivere il proprio destino che spesso sta alla base dei conflitti.