Il volume presenta un dialogo tra comico e scrittore, agile e coinvolgente.
Per Poretti il fatto che esiste la comicità, che esiste l'allegria, è un segno dell'esistenza di un mondo oltre a quello che vediamo, perché secondo lui nell'aldilà probabilmente c'è molta allegria.
Per Affinati, invece, il fine della letteratura è quello di rendere vera la vita, quello di «intensificare l'esistenza» trasportandoci nei panni degli altri.
Nel dialogo finale, tra citazioni di Pirandello e Manzoni, entrambi sono d'accordo nel considerare l'umorismo un antidoto contro l'angoscia e la paura.
Che riso e pianto non possano fare a meno l'uno dell'altro?