Stranieri per sempre
Om bogen
In questo saggio agile e appuntito, Giuseppe Civati parte da una domanda apparentemente banale: quanto tempo ci vuole per diventare italiani? Nel cercare una risposta, l'autore ci mette di fronte al paradosso kafkiano di un Paese che anela alla massima libertà di circolazione per le merci, che si vanta di essere meta del turismo globale e globalizzato, ma pretende di decidere come, quando e verso dove si debba spostare metà del pianeta; che considera italiane persone che mai hanno neppure messo piede in Italia e considera straniero chi qui è nato e cresciuto; che mette alla guida delle istituzioni nostalgici del ventennio e dimentica il nostro passato coloniale; che accusa i migranti di rubare il lavoro e si inorgoglisce per il made in Italy costruito sul loro sfruttamento; che si straccia le vesti per il calo demografico ma condanna chi arriva e ignora chi parte. Un Paese di stranieri per sempre, di noi e loro, che rifiuta di fare i conti con se stesso e le proprie contraddizioni.
«Ci siamo occupati moltissimo di immigrazione, in questi anni, ma non è vero nemmeno questo. Ne abbiamo discusso, l'abbiamo usata, strumentalizzata, gettata in pasto all'opinione pubblica, ma ciò che è mancato è, al solito, una visione politica, una strategia e uno sguardo rivolto in avanti. Siamo murati, lo abbiamo detto, e siamo immobili. E mentre ci sorprendiamo che gli altri si muovano, non abbiamo nessun piano per i prossimi anni. Non abbiamo seguito il corso delle cose, la loro evoluzione, la crescita stessa del fenomeno è stata solo vissuta e valutata in termini quantitativi, senza alcuna interpretazione di ciò che cambiava qualitativamente. Uno dei tanti errori strategici che sembrano accompagnare la politica italiana. Non da oggi.»