Nella storia di Ernesto - l'incontro tra un uomo e un ragazzo nella Trieste di fine Ottocento - Saba ricostruisce con innocente sensualità, nell'emozione sincera e assoluta degli affetti, la nascita di ogni amore; per questo le sue pagine non hanno nulla del demonismo scabroso o dell'intellettualismo angosciato di Mann, Musil o Gide. Esse propongono una forma di originale autobiografismo attraverso uno sdoppiamento di voci e di punti di vista, che consente al protagonista di ritrovare l'ingenuità adolescenziale e contemporaneamente rielaborare avvenimenti e sensazioni. Questa edizione, recuperata dai dattiloscritti originali, ristabilisce i dialoghi nella loro integrità, permettendo di apprezzare la trasparenza e immediatezza della parlata triestina, e ripristina alcuni punti omessi o non chiari.