Bergson
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Dopo secoli di primato della ragione in filosofia, Henri Bergson ristabilì i diritti della coscienza e della vita spirituale, contro il materialismo scientifico imperante, soprattutto in Francia ma anche altrove, nella seconda metà dell’Ottocento. Introdusse concetti come l’«intuizione», quale metodo per conoscere e comprendere la vita, considerata anch’essa non più un processo meccanico sottomesso a leggi deterministiche, ma forza vitale e creatrice libera che si manifesta sia nella materia del corpo sia nella coscienza. Questo ribaltamento di prospettiva avrebbe influenzato profondamente lo spirito del tempo nei primi decenni del XX secolo, sia in filosofia sia in letteratura, ispirando autori come Proust, Joyce e Virginia Woolf, attraverso il concetto del «flusso di coscienza», quale monologo interiore da fissare sulla carta così come appare, senza mediazioni logiche e sintattiche.