Cesare Pavese controcorrente
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Che cosa significa scavare neltempo come se fosse terra?Che cosa ci racconta un viaggioa ritroso al centro dell’uomo?Questo saggio prova a darciqualche risposta grazie allalettura retrospettiva che fa diCesare Pavese, un autore semprein grado di coinvolgerci e stupirci.
IT. Il saggio è un viaggio a ritroso, verso l’ignoto, verso ciò che non c’èpiù nel momento stesso in cui lo si pensa. La partenza è affidata a unbreve pellegrinaggio al santuario di Crea, dove Cesare Pavese, neglianni della Resistenza, svela di aver compreso l’essenza del mito e diaverla riversata nella prosa di Feria d’agosto e dei Dialoghi con Leucò.L’approdo del viaggio è invece tragico, richiama l’impresa di Ulisseche varcate le soglie della conoscenza umana soccombe, poco dopole colonne d’Ercole, dinnanzi al monte del Purgatorio. Qui l’imbarcazione tuttavia si chiama Pequod e il suo capitano Achab nasce dalla penna di Melville. Quasi quindici anni separano la storia di Orfeo edEuridice e dalla traduzione della storia di una balena bianca, simbolo di una ricerca infruttuosa, impossibile, dall’esito fatale. In questi anni, visti a ritroso, un filo però si dipana legando e, insieme, distinguendo la vita dalla morte: è il problema dell’origine, il momento di passaggio tra la trascendenza e l’immanenza, tra il non essere el’essere: chi sono? Da dove vengo? Queste domande che siamo soliti ricondurre all’enigma della vita mascherano, nel loro fondo, il problema della morte, del senso della fine. Ciò che nasce, perisce – e infatti Pavese incentra un’ampia parte della propria dimensione estetica sul problema dell’originario, che si declina nei suoi scrittisoprattutto mediante l’ausilio di una duplice prospettiva che attinge all’antropologia e alla psicoanalisi di primo Novecento.
Attraverso un percorso originale, Riccardo Gasperina Geroni affronta in questo saggio alcune opere chiave dell’orizzonte narrativo e poetico pavesiano con particolare attenzione a Paesi tuoi e a Lavorare stanca, mostrando l’impossibilità del ritorno e il fallimento di un progetto intellettuale e biografico che sin dall’inizio faceva presagire il proprio esito tragico, ma che svolge ancora oggi un ruolo salvifico per il lettore.