Il tempo, da sempre al centro della scrittura di Lidia Ravera, tocca il suo accento più dolente nel rapporto fra giovani, vecchi ed età di mezzo. Alle tre fasi della vita sono dedicate le parti del libro, dove l'autrice alterna il dialogo con se stessa a conversazioni con donne e uomini suoi coetanei, i "ragazzi" del Sessantotto. A queste pagine si affianca una serie di colloqui con le controparti: i vecchi, nati in un'epoca in cui vivere era responsabilità e sacrificio, e i giovani, a cui è stato insegnato "il diritto a prendersi la vita, invece di pagarne il prezzo". All'interno di una narrazione serrata, intervengono i temi dell'autobiografia: storie di famiglia, avventure giovanili, il lavoro di scrittrice. Punti di arrivo di cui Lidia Ravera non si accontenta mai, sempre pronta a ripartire per l'avventura della sua personale ricerca: senza più lo zaino dell'adolescente, ma con il greve eppure irrinunciabile bagaglio di una maturità ottenuta quasi suo malgrado.