Guerra Civile spagnola
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Il conflitto interno scoppiato in Spagna nel luglio 1936, con la rivolta dei militari cinque anni dopo la nascita della Repubblica e chiamato Guerra Civile, rappresentò in realtà molte cose. Tanto che alcuni giudicarono riduttiva tale denominazione perché ignorava gli aspetti violentissimi di lotta sociale dello scontro. Fu però anche il banco di prova della futura Seconda guerra mondiale: vi si sperimentarono bombardamenti a tappeto su popolazioni inermi, campi di deportazione e carneficine di massa, ma anche prime forme di resistenza armata antifascista. Volontari vennero da ogni parte e su entrambi i fronti. Su tutto si stagliò la figura ambigua e sfuggente di Francisco Franco che, unico tra i dittatori del tempo, sarebbe sopravvissuto a ogni evento. In un’Europa che guardava ancora con qualche simpatia ai nuovi governi totalitari come baluardi alla minaccia di rivoluzioni sull’esempio sovietico, preoccupata dalla crisi economica degli anni Trenta, nessuno Stato democratico intervenne. Soli si mossero proprio quei Paesi in cui le dittature si erano fatte strada: Italia e Germania, al fianco dei franchisti, l’Unione Sovietica della Repubblica.