La regina di denari
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Anno 1665. Giannozzo Salamòn, funzionario della Serenissima, dirige l’antica zecca romana di Càttaro, borgo montenegrino dell’Albania Veneta ai confini dell’Impero Ottomano. La sua attività di coniatore comprende, a insaputa del governo veneziano, la produzione e lo smercio di monete false, in particolare i luigini, monete d’argento con l’effigie del Re Sole, che le donne turche bramano da anni come abbellimento dei loro gioielli e accessori.
Salamòn è sul punto di spedire in Turchia cinque milioni di luigini falsi, quando il suo avvocato, Sebastiano Molìn, si presenta con notizie terribili: il governo di Venezia, informato dagli inglesi sull’attività di contraffazione dei luigini dilagante in Europa, ha inviato un ambasciatore e un saggiatore in Turchia per informare il Sultano della truffa di cui è rimasto vittima per anni. Nello stesso istante, la nave del Doge fa scalo a Càttaro. A bordo, oltre all’ambasciatore di Venezia, vi sono il saggiatore e il nuovo comandante della guardia cittadina, Bartolomeo Bastoni, che decide di fermarsi a Càttaro per dare la caccia agli ignoti falsari.
A Giannozzo restano due possibilità: affondare la nave del Doge, cosa molto pericolosa da realizzare a causa del comandante, o trovare un compratore dei luigini in loco prima dell’arrivo della nave in Turchia.
Secondo l’avvocato Molìn, la giovane vedova inglese Eleanor Lytton, soprannominata la regina di denari per la sua abilità ai tavoli da gioco, è la preda ideale, ma lo sarà veramente? Dal loro primo contatto, i fatti si susseguiranno con ritmo incalzante tra truffe, fraintendimenti e colpi di scena fino all’esito (catastrofico?!) della vicenda.