La fine della guerra in Bosnia Erzegovina, l’inizio del nuovo caos
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Gli Accordi di Dayton nel novembre del 1995 misero fine al conflitto in Bosnia Erzegovina dopo quattro anni di orrori, il più noto dei quali è il genocidio di Srebrenica. In questo libro collettivo – un lavoro imparziale nel quale parlano ventisei voci di altissimo spessore –, testimoni dell’epoca, diplomatici, giornalisti, scrittori, giuristi, religiosi, cooperanti ed esperti di Bosnia Erzegovina e di Balcani raccontano spaccati inediti dal loro osservatorio speciale durante le settimane che precedettero e seguirono il raggiungimento degli Accordi, partecipando al contempo al dibattito sull’efficacia, i limiti, gli errori di chi li negoziò, viste la situazione di stallo sociale ed economico e la gestione improvvida del potere da parte delle élite politiche attuali.
“A venticinque anni di distanza si possono fare alcuni bilanci di un accordo assai perfettibile, ma necessario. Dopo una prima tentazione estremista, il radicalismo islamico ha lasciato la presa. La Costituzione crea grosse difficoltà operative. Il ganglio più pericoloso è il ricatto del Parlamento, i cui esponenti non sempre sono espressione di alta politica. I migliori elementi della società civile se ne sono andati. Gli intellettuali rimasti sono esasperati. Il cinema ci mostra città in preda alla miseria morale e sociale, al capitalismo selvaggio che ha smontato l’industria locale schiacciando i più deboli”. (Cristina Battocletti)