Chiamatemi Titano
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Fantascienza - racconto lungo (27 pagine) - Una storia di miti greci scritta da un maestro in memoria di un altro grande della fantascienza, Roger Zelazny
Questo racconto, scritto da Robert Silverberg per il volume Lord of the Fantastic: Stories in Honor of Roger Zelazny (ma apparso anche nel numero di febbraio 1997 di Asimov's SF Magazine), rappresenta un tentativo, a nostro parere brillantemente riuscito, di calarsi nei panni del grande maestro che tanti capolavori ci ha regalato nel corso della sua lunga e luminosa carriera. Qui Silverberg riprende le ambientazioni della mitologia greca e romana tanto care a Zelazny: la storia è un chiaro omaggio nei confronti del classico This Immortal (Io l’immortale, premio Hugo 1966, noto anche come And Call me Conrad), e narra del Titano Tifeo, un personaggio quasi sconosciuto della mitologia greca, che Zeus ha imprigionato per millenni nel fondo dell’Etna, nel cuore della nostra Sicilia. Guardato dall’implacabile carceriere, lo zoppo Efesto, Tifeo ha atteso cinquemila anni l’improvvisa e violenta eruzione del vulcano che gli ridarà infine la giusta libertà e la possibilità di tornare in Grecia ad attuare la sua vendetta. Come sempre, la maestria di Silverberg è notevole, soprattutto nel ricreare lo stile e l’atmosfera assai particolari del grande Zelazny.
Robert Silverberg è unanimemente riconosciuto come uno dei massimi autori della fantascienza contemporanea. Nato a Brooklyn (New York) il 15 gennaio del 1935, iniziò a scrivere SF d'avventura negli anni '50, diventando ben presto uno degli autori più famosi e prolifici e ottenendo il premio Hugo come autore più promettente del 1956. Durante la metà degli anni sessanta però, spinto dal desiderio di dimostrare a se stesso e agli altri le sue capacità di vero scrittore, e di essere in grado di realizzare anche opere di qualità, Silverberg impresse una svolta decisiva allo stile dei suoi romanzi, iniziando a produrre opere di maggiore impegno umano e letterario. Tra gli scritti più importanti di questo secondo periodo ricordiamo Ali della notte (con cui vinse anche un premio Hugo), Brivido crudele, Torre di cristallo, forse la sua opera più completa e riuscita, Vertice di immortali, Paradosso dei passato, e Mutazione, che si inserisce in quel gruppo di romanzi dedicati da Silverberg alla descrizione e all'esplorazione dell'esperienza mistica della trascendenza. A Silverberg abbiamo dedicato molti numeri di questa collana, tra cui, di recente, L’ultimo canto di Orfeo, che rimane una delle migliori novelle del suo ultimo periodo.