L'amato di Shulamit non ha nome, e vive solamente dell'appassionata descrizione di lei: è lei che conduce il gioco, lei che prende l'iniziativa amorosa, lei che parla al posto di lui. Shulamit – come la poesia – si muove e parla in una dimensione non reale, in un luogo dove i desideri hanno parole intense e sensuali, non hanno pausa né esitazioni, e scontano per questo la condanna - forse piacevole - di una perenne irrealizzabilità, di un inseguimento senza fine. L'attrice Barbara Eforo è l'appassionata lettrice e interprete del Cantico, il testo, tratto da un'idea dell'associazione culturale AtoZ, è stato curato dal traduttore dall'ebraico Davide Mano con la collaborazione di Stefano Mano. Il commento al Cantico è a cura della redazione de il Narratore audiolibri ed è letto da Moro Silo.
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