«Avveniva certe sere che alzando gli occhi dal nostro tavolo, vedevamo arrivare anche Delia Benco. Le facevamo sempre lieta accoglienza. Donna ricca di spirito, con quella curiosità un po’ selvaggia, come d’anima che si avventuri in campi liberi e sterminati, e con quell’asprezza profumata di ginepro carsolino perfino nel suo linguaggio. E la donna e la scrittrice sono tutt’uno. Una gentilezza cruda che la civiltà non sciupa, perché così nella donna come nella scrittrice la ricerca dello stile va verso l’interiore e non verso l’esterno. Non facile, anzi faticosa, scabra e schietta è la sua scrittura, come il suo mondo spirituale. Delia Benco ha pubblicato pochissimo, ma la letteratura triestina resterebbe incompleta senza il suo romanzo “Ieri” a cui finora s’è prestata poca attenzione, sebbene critici come Pancrazi ne abbiano messo in rilievo le singolari qualità».
Giani Stuparich (Trieste, 4 aprile 1891 – Roma, 7 aprile 1961)
Il capolavoro autobiografico della grande e dimenticata scrittrice Delia Benco.