Il domenicano bianco
Tietoa kirjasta
Una silenziosa città mitteleuropea avvolta dalla nebbia e simbolicamente circondata da un fiume, è il luogo scelto dall’A. per ambientare questo romanzo esoterico che ci consegna, fin dalle prime pagine, un pressante messaggio: “Noi viviamo immersi nella materia, in uno stato di sonno spirituale … e dobbiamo tendere al Risveglio”.
Cristoforo Colombaia, un orfano di genitori sconosciuti, viene adottato da un anziano nobile, che diviene suo magister animae. La piccola cittadina in cui vivono i protagonisti assume ora i tratti del borgo medievale, ora quelli della classica città disabitata fatta di rovine e presagi, disposti a parlare solo agli spiriti eletti. Il punto focale della vicenda è proprio l’iniziazione spirituale, vista come retaggio destinato da un’antichissima stirpe ai suoi discendenti, a cui Cristoforo (nomen omen) scopre di appartenere. La cristallina, quasi ingenua personalità del protagonista, identificazione perfetta dell’iniziando desideroso di guida perché spiritualmente predisposto alla realizzazione interiore, si sviluppa con il procedere della narrazione, essenziale quanto a vicende esteriori ma ricchissima di spunti tratti dalle dottrine tradizionali, Taoismo in primis. La figura misteriosa del Domenicano richiama infatti, più che il classico appartenente all’ordine dei frati a cui il lettore occidentale può essere abituato, un monaco buddhista. Il Domenicano bianco è un fine meccanismo ideato per l’esposizione di particolari aspetti della principale dottrina esoterica dell’antica Cina, quella via taoista padroneggiata con competenza dall’autore insieme a diversi altri aspetti della cultura estremo-orientale. L’insieme di questi aspetti ci offrono un’opera affascinante, piena di mistero, intrigante, ricchissima di contenuti.
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